Uso di telefonia mobile e neurinoma

In questi giorni gli organi di informazione nazionale hanno dato ampio risalto ad una sentenza della Corte di appello di Torino che ha condannato INAIL a risarcire con una rendita di 300 € al mese un lavoratore di 63 anni per un tumore del nervo acustico dovuto all'uso prolungato del cellulare. Il lavoratore in oggetto aveva infatti per 13 anni, tra il 1995 e il 2008, usato il “telefonino“ per due ore e mezzo al giorno, per impartire disposizioni agli addetti dell'azienda siderurgica in cui era impegnato. 

La sentenza ha confermato quanto deciso in primo grado imputando alle radio-frequenze emesse dal cellulare la comparsa di un tumore benigno che ha causato un’anacusia sinistra.

Si ricorda che nel 2017 SIML aveva pubblicato sul proprio sito un commento a due sentenze di primo grado sul rapporto “uso (prolungato) di cellulari e neoplasia benigna del nervo acustico (neurinoma)".
In relazione all’ampia diffusione che i media anche allora avevano dato alla notizia, SIML ritenne necessario proporre un articolato commento in cui si ribadiva la necessità di arrivare ad un superamento tra  evidenze scientifiche e alcune conclusioni della Magistratura.

Il commento SIML si concludeva in un modo che pare ancora valido:

- la patologia è tipicamente monolaterale e non è possibile accertare da quale lato le persone usino il telefono mobile (il dato è semplicemente riferito e si presta a distorsioni del ricordo indotte dal fatto di sapere di avere la malattia in questione);

- gli studi di maggior peso sul tema sono negativi;

- non vi è alcun aumento dell’incidenza dei neurinomi dell’acustico nella popolazione generale, pur con il progressivo e massiccio aumento dell’utilizzo di telefoni cellulari da oltre 20 anni.

Nel  riportare la notizia citata, per avvalorare il supposto nesso di causalità tra esposizione a campi elettromagnetici e comparsa del neurinoma, sono state enfatizzate le conclusioni della perizia condotta su richiesta della Corte di Appello,  in cui si affermerebbe che, come si legge nell'informazione fornita da un quotidiano milanese: ” dopo mesi di confronto e studio con gli esperti di parte è stata confermata l'elevata probabilità del collegamento causale tra uso del telefono e il tumore in relazione, vista  anche  l'esclusione dell'intervento di altri fattori causali alternativi”.

Nella consulenza sarebbe riportato “che al momento l’eziologia del neurinoma dell'acustico non è riconosciuta, ma che tra i fatti concausali vi sia stata l'esposizione a radiofrequenze, se la dose espositiva è stata di sufficiente entità”. Nel caso in esame è stata calcolata una esposizione lavorativa per non meno di 10.361 ore a radiofrequenze per cause di servizio.

La valutazione dell’esposizione, da quanto riportato dai media, sarebbe quindi avvenuta solo su base anamnestica senza alcuna misura dell’entità dei campi elettromagnetici. Ad oggi, non vi è una dimostrata plausibilità nei meccanismi cancerogenetici e non sono riportate risolutive evidenze epidemiologiche che possano giustificare l'affermazione di un nesso di causalità tra uso di cellulari e patologie neoplastiche, anche benigne, del sistema nervoso centrale, compreso il neurinoma del nervo acustico.

In ogni caso, vista anche la rilevanza del tema sollevato in termini di salute pubblica conseguente all’elevatissimo numero di soggetti potenzialmente esposti praticamente in tutte le categorie lavorative, si rende a nostro avviso necessario un approfondimento/aggiornamento della problematica sollevata dalla sentenza.

Per questo  la Presidenza della Società ha  deciso di  demandare  al suo Comitato Scientifico di costituire uno specifico gruppo di lavoro composto da esperti in cancerogenesi  da campi elettromagnetici ed epidemiologi per cercare di fornire una risposta la più completa e fondata possibile su evidenze scientifiche, mettendola a disposizione non solo dei medici del lavoro, ma anche degli altri specialisti variamente coinvolti nelle problematiche di salute pubblica, di diagnosi e dell’iter medico legale e giudiziario di tali patologie lavoro-correlate. Le conclusioni potrebbero tornare utili anche per il vasto ed elevato impegno dei sistemi di telefonia mobile in tutte le componenti e fasce di età della nostra attuale società civile. 

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