Criteri per il termine dell’isolamento di pazienti COVID-19

Il 27 maggio 2020, l'OMS ha pubblicato una guida ad interim sulla gestione clinica di COVID-19, fornendo una versione aggiornata di raccomandazioni sui criteri per la dimissione dei pazienti dall'isolamento. I criteri aggiornati riflettono le recenti evidenze che i pazienti con risoluzione dei sintomi possono risultare ancora positivi mediante RT-PCR al virus SARS-CoV-2 per settimane. Nonostante questa positività, non risulta probabile che a questa condizione corrisponda una reale infettività e, pertanto, è improbabile che tali soggetti possano trasmettere il virus ad altri individui. 

Raccomandazione precedente

Raccomandazione iniziale (pubblicata il 12 gennaio 2020)

La raccomandazione iniziale, relativa alla conferma dell’avvenuta clearance del virus, funzionale a consentire la dimissione del caso dall'isolamento, richiedeva il recupero clinico del paziente e due risultati negativi al test RT-PCR su campioni sequenziali prelevati a distanza di almeno 24 ore l'uno dall'altro. Questa raccomandazione si basava sulle conoscenze ed esperienze disponibili con coronavirus simili, tra cui anche quelli che causano la SARS e la MERS.

Raccomandazione aggiornata

Nuova raccomandazione (pubblicata il 27 maggio 2020 nell'ambito di una più completa guida all'assistenza clinica dei casi di COVID-19).

L'OMS ha aggiornato i criteri per la dimissione dall'isolamento come parte del percorso di cura clinica di un paziente COVID-19. Questi criteri si applicano a tutti i casi di COVID-19

indipendentemente dal luogo di isolamento o dalla gravità della malattia. 

Di seguito sono riportati i criteri per la dimissione dei pazienti COVID-19 dall'isolamento (ad esempio, interruzione delle precauzioni basate sulla trasmissione), senza che sia necessaria la ripetizione dei test: 

- Per i casi sintomatici: 10 giorni dopo l'insorgenza dei sintomi, più almeno 3 giorni aggiuntivi senza sintomi (tra cui febbre e sintomi respiratori)

- Per i casi asintomatici: 10 giorni dopo il test RT-PCR per SARS-CoV-2 positivo  

Sulla base di evidenze che mostrano la rarità di avere virus vivente in campioni respiratori dopo 9 giorni dall'insorgenza dei sintomi, in particolare in pazienti con malattia lieve (di solito accompagnata da un aumento dei livelli di anticorpi neutralizzanti e da una risoluzione dei sintomi), appare sicuro rilasciare i pazienti dall'isolamento sulla base di criteri clinici che richiedono un tempo minimo di isolamento di 13 giorni, piuttosto che adottare stretti criteri che utilizzino risultati PCR ripetuti. È importante notare come i criteri clinici richiedano che i sintomi dei pazienti siano risolti e assenti per almeno tre giorni prima del rilascio dall'isolamento, con un tempo minimo di isolamento di 13 giorni dall'insorgenza dei sintomi.  

Anche se il rischio di trasmissione dell’infezione dopo la risoluzione dei sintomi è probabilmente minimo in base alle attuali conoscenze, non si può comunque escludere del tutto. Tuttavia, non esistono approcci a rischio zero, e un rigido affidamento sulla conferma della PCR per l'eliminazione dell'RNA pone altri rischi.

Nei pazienti con malattia grave sintomatici per periodi di tempo prolungati, un approccio basato sul laboratorio potrebbe, d’altro canto, essere di supporto nella decisione sulla opportunità di un isolamento prolungato del caso.  Un tale approccio, basato sul laboratorio, può includere la misurazione della carica virale e i livelli di anticorpi neutralizzanti (o di anticorpi equivalenti dimostrati). Sono necessarie ulteriori ricerche per convalidare ulteriormente tale approccio.

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